Inaugurato nel 1977, il club Nirvana è da quasi mezzo secolo un’istituzione di Senigallia, nota località turistica della costa adriatica, collocata tra Pesaro e Ancona. Il deus ex machina di questa inosssidabile realtà, che quest’anno festeggia il suo 45º anniversario, è Loredana Paparelli, raro esempio di imprenditoria al femminile nel mercato del fitness italiano e a pieno titolo annoverabile tra i precursori del settore.
Lo storico club di Senigallia, fondato nel 1977 e inizialmente riservato alle donne, ha attraversato tutte le “ere” del fitness italiano e guarda al futuro con rinnovato entusiasmo. Per celebrare il prestigioso traguardo, abbiamo intervistato la fondatrice Loredana Paparelli.
UNA DONNA TRA LE DONNE
«Ho avuto l’idea di aprire una palestra – esordisce Loredana Paparelli – perché in Italia non esistevano ancora. C’erano solo dei “sottoscala” con qualche attrezzo e la chiave sotto lo zerbino, piccoli centri, spesso improvvisati, dedicati al culturismo. Il sogno di costruire qualcosa di mio era forte, ma il pensiero di creare una vera e propria azienda era ancora lontano. Tutto ebbe inizio con la mia tesi di laurea all’ISEF, una tesi sperimentale sul bacino delle donne in gravidanza che rafforzò la mia convinzione che a “fare ginnastica” non dovevano essere solo i bambini, ma anche le signore.
Mi resi conto che c’era bisogno di corsi rivolti alle donne che intendevano mantenersi in forma e in salute, così decisi di rispondere a questa domanda allestendo una stanza di circa 60 metri quadrati, pavimentata con moquette e con alcuni specchi su una parete, attigua a un’altra stanza adibita a spogliatoio e senza docce. Avevo creato una piccola palestra per sole donne, dedicata ad attività svolte a corpo libero e con l’ausilio di piccoli attrezzi dell’epoca, come bastoni, appoggi Baumann, palle, manubri e funicelle».
L’HOBBY DIVENTA IMPRESA
Questa tenace imprenditrice, le cui doti manageriali si fondono con quelle umane, si dice contenta di questi 45 anni di attività, e soprattutto orgogliosa di essere una delle pochissime donne che imprendono nel settore fitness. E ammette di aver aperto il Nirvana considerandolo poco più di un hobby che ha trasformato nel tempo grazie all’affiancamento, nel lavoro, del suo compagno di vita Leonardo Di Rosa (nella foto di apertura insieme a lei), che ha avuto sempre mansioni tecniche e organizzative.
La neonata palestra conquista subito un buon numero di iscritte e dopo quattro anni dall’apertura si trasferisce in una sede più grande: 250 metri quadrati dotati di sala corsi, spogliatoio maschile e femminile con docce, sauna, vasca idromassaggio, solarium e centro estetico ubicato nel locale attiguo. «Iniziarono ad arrivare i primi uomini – prosegue l’imprenditrice marchigiana – e inserii la danza per bambini e ragazzi.
Erano gli anni in cui in Italia scoppiò la “bomba” dell’aerobica e lessi su un giornale che la cantante Lara Saint Paul aveva aperto a Milano un centro di aerobica, con istruttori esclusivamente statunitensi. Riuscii a parlarle telefonicamente e visto che non proponeva corsi rivolti agli insegnanti, mi suggerì di frequentare il suo centro come cliente per imparare la disciplina. Mi trasferii per un breve periodo a Milano, alloggiando in un alberghetto vicino alla palestra, e tornai a Senigallia con costumini a righe, scaldamuscoli, fascia per i capelli e, soprattutto, con il concetto di lezione svolta a tempo di musica».
LA TERZA SEDE
Anche la “seconda versione” del Nirvana diventa presto piccola e nel 1987, sempre nel centro storico di Senigallia, apre i battenti la terza sede, sviluppata su 400 metri quadrati che appena due anni più
tardi diventano 800. Lo spazio a disposizione consente di allestire un’ampia sala con macchine e pesi liberi, due sale corsi, un centro dedicato all’estetica e uno alla fisioterapia, ambulatori medici, nonché
sauna, vasca idromassaggio e solarium.
«In quegli anni – ricorda Paparelli – incominciava a svilupparsi, in modo strutturato, il concetto di salute e prevenzione attraverso il movimento e c’era fermento anche nel settore della danza, con i primi
stage e corsi di formazione tenuti dai migliori coreografi del momento. Eravamo in pochi, allora, a organizzarli e il Nirvana era frequentato da allieve e allievi provenienti da tutta Italia».
Il posizionamento del club senigalliese ha sempre tenuto fede alla sua concezione dell’esercizio fisico, considerato innanzitutto strumento di salute e benessere, distante dagli eccessi e dalle esasperazioni, dunque anche dal body building: «Grazie alla collaborazione che avevamo con Technogym, in particolare con il dottor Massimo Massarini e il dottor Giuseppe Ricci, abbiamo organizzato, a Senigallia, alcuni eventi informativi invitando i medici di base della città per sensibilizzarli sul tema del movimento inteso innanzitutto come farmaco naturale».
LA SVOLTA DEL ‘96
Corre l’anno 1996 quando il Nirvana si trasferisce nella sede attuale, 1.700 metri quadrati coperti, circondati da un’ampia area scoperta e impreziositi da un terrazzo attrezzato di 500 metri quadrati. Una
struttura polivalente con bar, ristorante e thermarium – dotato di sauna, bagno turco, tepidarium, nebbia fredda, doccia scozzese e zona relax –, nonché di campo di calciotto ora trasformato in campo da padel. «L’inaugurazione di questa sede – racconta Paparelli – coincise con l’introduzione dell’abbonamento open onnicomprensivo con il quale abolimmo le formule che consentivano di scegliere le attività e le frequenze, oggi tornate in auge e definite pay-per-use».
Nel 2005 il club marchigiano viene rimodellato: due delle cinque sale dedicate alle attività di gruppo vengono convertite, visto il declino dell’aerobica, in asilo nido Montessori, riservato a bambini da 0 a 3 anni e riconosciuto dalla Regione Marche. Dieci anni più tardi viene realizzata l’area consacrata all’allenamento funzionale e l’esplosione della pandemia impone ulteriori interventi per soddisfare le nuove esigenze dei consumatori di fitness, sui quali Loredana Paparelli ha le idee molto chiare:
«L’utente del fitness, da un po’ di anni a questa parte, è molto più informato, ma per certi versi più confuso perché bombardato da un’infinità d’informazioni e teorie, spesso contrastanti tra loro. È sicuramente molto più esigente e vuole essere parte integrante del processo che porta alla scelta delle attività da svolgere. Inoltre, oggi può contare su attrezzature e supporti tecnologici molto progrediti, in grado di fornire molti più feedback sugli allenamenti e sulle prestazioni, ma che comunque non sostituiscono il fattore umano che resta essenziale.
Cosa prevedo per il futuro? Che i consumatori vogliano sentirsi sempre più liberi di allenarsi dove, come e quando vogliono, anche online. E quando si avvicinano a un centro fitness, vogliono abbonamenti flessibili, poche barriere e poche regole. E ritengo che l’arrivo delle catene straniere causerà un significativo cambiamento del mercato, e lo stesso vale per le grandi aziende finora estranee al nostro mondo, come Apple, che hanno iniziato a investire sul fitness online. Per affrontare la concorrenza dei “giganti”, bisogna prestare un’attenzione maniacale ai propri clienti, trattandoli innanzitutto come persone, facendoli sentire importanti. Sembra banale, ma è tutt’altro che semplice».
L’INSEGNAMENTO DELLA PANDEMIA
Lo tsunami coronavirus ha posto Loredana e Leonardo di fronte a un dilemma esistenziale: gettare la spugna, cedendo l’attività dopo tanti anni di onorata e appassionante carriera, o continuare a gestirla mettendosi nuovamente in gioco? Ha prevalso la voglia di andare avanti e investire sul futuro. E la naturale conseguenza di questa scelta è stata la realizzazione del nuovo spazio outdoor – dotato di copertura e nuove attrezzature di RealRyder Europe – e nuovi investimenti sull’online e sulla telemetria connessa, concretizzatisi nella realizzazione di tre zone dedicate alla ripresa e alla registrazione delle lezioni, da proporre nella duplice versione live e on demand.
«Durante la chiusura forzate delle palestre – racconta la fondatrice del Nirvana – abbiamo continuato a lavorare anche durante l’inverno, proponendo attività outdoor e ricorrendo al digitale per le attività meno
movimentate, che non potevano essere svolte all’aperto, e la danza, proponendole sia in diretta streaming, sia on demand.
Abbiamo inoltre approfittato dell’emergenza per riconvertire il campo da calciotto, trasformandolo in campo da padel». Durante i mesi più difficili dell’emergenza, la dirigenza del Nirvana si è inoltre prodigata per mantenersi costantemente in contatto con i propri iscritti, anche solo per chiedere come stessero e informarli sulle iniziative attuate. Forse anche grazie a questa attenzione, al momento della riapertura buona parte di loro ha ripreso a frequentare il club riattivando il proprio abbonamento.
Oggi, rispetto ai numeri pre-pandemia, all’appello manca ancora circa il 30% dei clienti e considerando tutto quello che è successo negli ultimi venti mesi è un risultato decisamente positivo che consente di guardare al futuro con ottimismo: «Attualmente – chiarisce Paparelli – ci stiamo impegnando per essere il più flessibili possibile anche in merito alle formule di abbonamento e di pagamento.
L’emergenza sanitaria ha accelerato tutti i processi in atto, costringendoci a ripensare il nostro modello di business e il nostro modo di lavorare, inducendoci a prendere in considerazione aspetti e scenari che
solo due anni fa non erano nemmeno ipotizzabili. Abbiamo la sensazione di essere sempre di corsa, ma rischiamo di restare indietro, di non essere sufficientemente veloci.
Questa pandemia ci ha sicuramente mostrato che è necessario essere sempre pronti al cambiamento e all’innovazione, disposti a liberarsi dei modelli stereotipati, a ragionare in modo nuovo, ad aprirsi verso ogni possibile scenario. Credo sia giunto il momento di puntare con ancor più forza su prevenzione e salute, sviluppando nuovi prodotti, nuovi servizi e nuove modalità di fruizione. Pensando al futuro del Nirvana, mi piace essere molto ottimista, ma so perfettamente che dobbiamo essere molto bravi a gestire questa attività per elevarne ulteriormente il posizionamento».
UNO SGUARDO AL FUTURO
A un’imprenditrice di questo calibro possiamo fare la fatidica domanda da un miliardo di dollari: quali saranno, nei prossimi anni, le principali sfide da raccogliere per gestire con profitto un’attività imprenditoriale complessa come un fitness club o un centro sportivo? Ecco la sua risposta: «È una domanda difficile e rispondo ripetendo quanto già detto: d’ora in avanti serve la massima flessibilità per
assecondare e cavalcare il cambiamento e l’innovazione. Sono finiti i tempi in cui ci si poteva lasciar guidare dalla passione: ora è indispensabile pianificare con la massima attenzione la configurazione di
qualsiasi prodotto o servizio.
E per quanto concerne la redditività dei club, il punto cruciale è la legislazione che regolamenta il nostro settore che, a mio parere, non ci ha mai permesso di crescere come aziende. Il tempo ha dimostrato che non siamo protetti e che siamo falsamente agevolati. Ci sono grandi novità all’orizzonte anche sul piano normativo: speriamo che, finalmente, il vero sviluppo diventi una concreta possibilità».
Abbonata storica a Il Nuovo Club, Loredana Paparelli, che per più di 20 anni ha collaborato con la FIF in ambito formativo, insegnando materie come marketing, vendita e customer care, si congeda con un apprezzamento per il nostro lavoro che ci fa un grandissimo piacere: «Il fatto che abbia il numero uno de Il Nuovo Club la dice lunga… la considero la rivista di riferimento per il nostro settore, ricca di contenuti e spunti stimolanti.
Con il passare del tempo avete ampliato la vostra attività con le pubblicazione di libri e, soprattutto, con l’organizzazione di ForumClub che ho sempre reputato un importante appuntamento di aggiornamento professionale, nonché un momento d’incontro con i maggiori rappresentanti del mondo del fitness, in primo luogo colleghi e fornitori. Anche gli incontri informali mi hanno sempre arricchita di idee e riflessioni sul mio operato. Vi siete avvalsi di formatori anche di spessore internazionale, dai quali abbiamo attinto tantissimi spunti di gestione e organizzazione. Che dire? Grazie a tutti voi!»